Proximity marketing e iBeacon. A che punto siamo? | Purple Network #Blog

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Il futuro parla di marketing di prossimità, tecnologie come i beacon sono in grado di fornirci informazioni utili nel punto esatto e momento esatto dell’interazione. The next big thing e un'opportunità per aziende e agenzie.

Proximity marketing e iBeacon. A che punto siamo?

Quando parliamo di futuro spesso ci vengono in mente macchine volanti, teletrasporto o antimateria per spingere motori a curvatura nello spazio interstellare. Nel mondo che viviamo noi comuni mortali invece la tecnologia ha fatto passi da gigante nel piccolo, con smartphone e computer sempre più potenti e tascabili.
Tutto negli ultimi 20 anni ha spinto e mosso le aziende per fornire al mass market strumenti sempre più semplici per comunicare e creare spazi per promuovere prodotti e servizi.

Strumenti in continua evoluzione, entrati come l’aria nella nostra vita, e dei quali non possiamo fare a meno. Intorno girano tecnologie, congetture e futuri in cui il marketing diventi di prossimità, Business insider prevede che il settore del proximity marketing esploda nei prossimi 10 anni, entrando nel nostro quotidiano proprio come la radio o la televisione.

Internet of things

L’internet delle cose, in Italia siamo indietro ma nel mondo è già iniziata la grande corsa all’oro. Per dare parola praticamente a tutto. Catalizzando nel nostro telefono ogni genere di informazione e dando alle aziende, oltre a un controllo enorme sulle nostre vite, anche una quantità di dati impressionante, perché non sono più soltanto le macchine a dialogare tra di loro, ma noi a interagire con le macchine che si trovano nei dintorni.
Macchine che entrano nel digital, parlano e ci trasmettono dati e informazioni. IoT per aumentare l’esperienza, alleati nella giungla urbana, guide nei musei, automobili più sicure.
Gli esseri umani hanno la parola, la voce e i gesti, le macchine il GPS, WiFi, NFC, Bluetooth, iBeacon. Tecnologie pensate trasmettere dati, e quindi perfettamente adatte allo scopo: le applicazioni e le interfacce devono renderci la vita semplice e interessante.

Nuovi spazi

Spesso quando diciamo internet pensiamo alle mail, siti e app che ci servono immagini e notizie da leggere. Ma è sempre l’utente a dover cercare ciò che gli interessa, a spaziare nel mare di informazione indistinta che lo travolge. Il marketing di prossimità è diverso.
Sono gli oggetti ad avere voce, luoghi, interessi, eventi ci parlano se ci avviciniamo a loro attraverso lo smartphone. Nuovi spazi per creare storie, narrare e raccontare. Musei, luoghi pubblici, monumenti, negozi, eventi artistici e culturali. Il consumatore è predisposto e fisicamente presente in un luogo di interesse, e può vivere una nuova esperienza immersiva di una qualità decisamente più alta e vicina ai suoi interessi.
È la fine delle brochure, delle mappe, dei depliat e delle audioguide? Quadri parlano del loro autore, un vestito ti racconta del tessuto di cui è fatto, la città ti mostra cos’è successo anni prima in quel luogo. Le possibilità sono infinite.
Investire quindi nel content marketing è un’opportunità per le aziende ma soprattutto per le agenzie, con i loro Copy, i loro Art Director e UI Designer.
Perché nuove praterie inesplorate già si intravedono nel futuro, tele bianche su cui disegnare nuova comunicazione, design ed esperienza.

Sì, ma nella pratica?

Possiamo classificare le varie tecnologie di comunicazione in base al loro raggio d’azione.
La distanza necessaria all’interno di un’area specifica, ogni interazione ha una sua specifica area d’azione e quindi in grado di produrre un’esperienza diversa.

WiFi

Non particolarmente precisa, permette di accedere a una rete locale all’interno di un’area, usata in ambito retail per fornire servizi di connessione in cambio di qualcosa: sign-in, un like o un messaggio pubblicitario. Limitata ma supportata da tutti i dispositivi.

GPS e microlocalizzazione

Localizzazione indoor e GPS possono essere combinati gettando le basi per l’utilizzo da parte di alcune app per l’interazione con spazi fisici. Molto complicato e settore poco esplorato.

NFC e RFID

Near Field Communication, comunicazione a corto raggio, questa tecnologia ha già 10 anni di vita, ma è stata integrata e diventata interessante solo da un paio d’anni.
Permette un’interazione a una distanza di circa 10 centimetri e può ricevere comandi e attivare funzioni. Utilizzata soprattuto per il mobile payment con dispositivi pos, ingressi e ticket per il trasporto pubblico, musei e mostre. Interessante perché richiede un’azione diretta per innescare un’azione diretta del segnalatore. Il raggio d’azione e la scarsa diffusione sono ancora un ostacolo.

Bluetooth e iBeacon

Esiste da oltre 10 anni ed è una tecnologie molto solida e supportata universalmente da tutti i device. In passato veniva usato per pushare notifiche in tempo reale a dispositivi nelle vicinanze, oggi di grande interesse per l’IoT grazie al balzo che il protocollo ha fatto dalla versione 4.0, che ha introdotto il BLE, Bluetooth Low Energy, detto anche Smart Ready, consuma poco ed è economico da produrre. L’altra metà dell’interazione è data dal Beacon e iBeacon. Segnalatori o fari Bluetooth, a basso costo, alimentati da pile minuscole in grado di pulsare a intermittenza per mesi e in condizioni ottimali di trasmettere a oltre 10 metri.

In conclusione

BLE + iBeacon (versione del 2013 introdotta da Apple) hanno aperto scenari inediti, grazie alla precisione e versatilità sono nati nuovi incredibili scenari: dal wearable alle centinaia di applicazioni che sfruttano questi sistemi: musei, sanità, aeroporti, GDO, ristoranti, centri commerciali che grazie a interfacce sempre più evolute possono fornire ogni sorta di servizi nel punto esatto e nel momento esatto dell’interazione con l’hotspot.
I fini possono essere commerciali, culturali, educativi, fatto sta che il fenomeno è globale. La strada è aperta e poterà una nuova rivoluzione culturale ed economica.
The next big thing. Quello che stavamo aspettando appunto.

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