La bellezza nascosta dei font Monospace | Purple Network #Blog

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Perché i font Monospace identificano il codice, terminali di comando e ambienti di sviluppo? La classifica dei 10 font usati da chi programma e la loro storia.

La bellezza nascosta dei font Monospace

Se dovessimo definire un font, potremmo dire che è un insieme di segni che usiamo per scrivere concetti e parole, ma attraverso l’estetica dei singoli glifi, le parole sono in grado di veicolare uno stile, un immaginario o un contesto.
Facendo degli esempi pratici: un graziato o serif comunica nella maggior parte dei casi eleganza, sapere, cultura, antichità. Un bastoni o sans-serif comunica modernità, solidità, creatività, ma anche stile e originalità.
Un umanistico racconta invece storie, usato spesso nella grafica editoriale è perfetto per lunghi paragrafi. E così via. Ogni tipo di comunicazione ha il suo registro in cui la tipografia ne è parte integrante.

E se invece parlassimo di codice? Il codice, ha una sua identità e un valore estetico?
Perché se parliamo di computer e programmazione parliamo di Monospace?

Semplice. Normalmente nei font il kerning (crenatura) varia in proporzione all’ingombro del singolo carattere, distribuendo in modo proporzionale gli spazi tra i caratteri. Ottimo per testi descrittivi, frasi e concetti, ma un programmatore lavora su stringhe, numeri, operatori e punteggiatura. Ogni carattere monospaced occupa lo stesso spazio, a destra e a sinistra, creando così un’area di grande leggibilità.
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Questo tipo di font raccoglie l’eredità dei caratteri typewriter, che come è facile intuire, erano montati sulle matrici delle macchine da scrivere, con i singoli caratteri su martelletti di uguale grandezza. Successivamente usato come font dei primi terminali di comando, veniva visualizzato su computer con capacità grafica estremamente ridotte, definiti fixed-pitch, erano perfettamente leggibili e gestiti via software in griglie regolari indicizzate su una specifica mappa dei caratteri.

Dagli anni ’60 questa scelta, più tecnica che estetica, iniziò a consolidarsi nelle prime interfacce di comando (CLI), come OpenVMS e sistemi con shell di comando nei decenni successivi come Unix o MS-DOS.
L’uso del Monospace è continuato e sopravvissuto nei decenni, oltre le mode, l’avvento dei PC, tablet o smartphone. Monospace vuol dire programmazione e codice da sempre.

La maggior parte degli editor e composer e ambienti di sviluppo, nel 2016 usa ancora font Monospace per definire la sua identità visiva. Oggi sono diventati tanti, più belli e con tante varianti. Ecco la classifica dei 10 font più blasonati e famosi da scaricare e usare per fare codice, con stile.

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1. Roboto Mono

Un font che ha un significato particolare. Fa parte della brand identity di Purple Network e per noi racchiude tutto il sapere tecnologico e di sviluppo. Fa parte della famiglia Roboto, disegnata da Christian Robertson, esiste in 9 varianti. Ottima leggibilità con particolare attenzione ai glifi dedicati alla punteggiatura.

2. Andale Mono

Monospace typeface disegnato da Steve Matteson per terminali e ambienti di sviluppo. Originariamente usato da Apple e IBM, ma disegnato da Monotype come parte della famiglia Andalè.

3. Incosolata

Uno dei font da sviluppatore per eccellenza, disegnato da Raph Levien è pensato per visualizzare codice.

4. Fira Mono

Inizialmente pensato come corporate type di Suzuki nel 1975 è diventato il font di FirefoxOS, grande leggibilità e qualità ad alte risoluzioni.

5. Source Code PRO

Disegnato da Paul D. Hunt, fa parte della famiglia del Source Sans. Creato appositamente per applicazioni e codice mantiene la proporzione verticale e la bellezza del Source Sans.

6. Anonymous PRO

Font creato nel 2009, fu originariamente disegnato da Susan LeschDavid Lamkins negli anni 90 come TrueType per i sistemi Macintosh. Ora in Open Font License nella sua versione più recente.

7. Droid Sans Mono

È la versione monospaced del font Droid Sans, nasce a Louisville in Colorado dal team Monotype. Esiste da oltre 25 anni ed stato usato come corporate type da Android, Citrix, Microsoft e XBox.

8. Oxygen Mono

Disegnato da Vernon Adams, è parte della famiglia Oxygen e parte fondante della UI e brand type di KDE.

9. PT Mono

Progettato da ParaType nel 1998, questo font nasce per GUI, form, tabelle e fogli di lavoro. È un monospace ad alta leggibilità, e facilita enormemente la lettura di numeri, dati e usato spesso da siti governativi per la visualizzazione di dati.

10. Hack

Font open source disegnato e pensato propriamente per librerie e codice con il contributo di Bitstream Vera & DejaVu projects.

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